In Cile il 16 Settembre 2015 alle ore 22.54 UTC si è verificato un terremoto di magnitudo 8.2; l’epicentro è stato localizzato a 25 Km ad Ovest di Illapel, nella regione di Coquimbo, a circa 200 Km a nord della capitale Santiago del Cile; i primi bilanci parlano di una decina di vittime. Tale terremoto è stato causato dallo scorrimento di circa 5 metri di una faglia lunga 240 Km e larga 90 Km.
Il terremoto ha generato uno tsunami che ha colpito le coste cilene in 15 minuti e che non ha provocato vittime. Il Sistema Nacional de Alarma de Maremotos (SNAM) ha dato l’allerta 8 minuti dopo il terremoto, e sono state fatte sfollare circa un milione di persone dalle zone costiere.
Il terremoto di oggi conferma ancora una volta come solo una seria prevenzione ci si può difendere dai danni causati dai terremoti. Il Cile, dopo il disastroso terremoto del 1960 di magnitudo 9.5, ha adottato norme per le costruzioni molto rigorose, per le quali tutti gli edifici devono resistere a magnitudo molto elevate. Ha anche introdotto norme per invogliare la popolazione ad adeguare la propria abitazione. Di fatto oggi il Cile ha una vulnerabilità degli edifici molto bassa, ma anche una popolazione educata al terremoto e questo spiega il bassissimo numero di vittime nonostante una magnitudo così elevata (in termini di energia, il terremoto di oggi è stato circa 5000 volte maggiore di quello avvenuto in Emilia Romagna il 20 Maggio 2012).
In Italia si spera che sia a livello politico che tra la popolazione civile venga prestata attenzione alle problematiche geologiche (dissesto idrogeologico, terremoti, ecc.) e che non se ne parli solo in occasione di eventi calamitosi bensì prima, con opere concrete di risanamento del territorio e in sede di costruzioni con indagini geologiche rigorose ed in sede di ristrutturazioni di edifici tramite l’adeguamento sismico.