Sul territorio italiano, ogni anno sottoposto a numerosi fenomeni di dissesto idrogeologico e dove è sempre presente il rischio sismico e vulcanico, sono presenti solamente 8 Dipartimenti di Scienze della Terra a causa della scellerata Legge Gelmini che ha causato la loro riduzione.
Il dissesto idrogeologico ha un alto costo sia sociale che economico e gli unici professionisti in grado di prevenirlo e di progettare ed indicare le soluzioni al fine di ridurre il rischio ed i conseguenti danni sono i geologi.
Negli ultimi anni il numero di Dipartimenti di Scienze della Terra è diminuito e così anche le iscrizioni ai relativi corsi di laurea, sia perché tali scienze hanno perso “appeal” presso gli studenti, sia per le grosse difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, sia anche per l’offerta di lavoro che in questo campo scarseggia e quindi i neodiplomati preferiscono, giustamente, iscriversi in altri corsi di laurea che possano garantire maggiori sbocchi occupazionali.
A mio avviso, la Legge Gelmini è da riformare ed infatti una nuova proposta di legge, già approvata dalla Camera dei Deputati, giace in attesa al Senato ed i Corsi di Laurea in Scienze della Terra dovrebbero offrire ai propri iscritti delle materie più affini alla realtà professionale che gli iscritti andranno a trovare una volta laureati, perché spesso l’offerta formativa risulta “sganciata” dalla realtà del mondo del lavoro e di questo ci si accorge già durante l’esame di abilitazione per la professione di geologo.
A tutto ciò dobbiamo aggiungere la scarsa sensibilità presso le istituzioni e presso l’opinione pubblica della conoscenza dei rischi geologici e la ancora insufficiente campagna di comunicazione che fanno sia il Consiglio Nazionale dei Geologi che i vari Ordini Regionali.
Fabrizio Citarrella