Come ampiamente previsto, nei giorni scorsi è avvenuto un nubifragio nella Sicilia orientale (area ionica) che ha causato notevoli danni e come sempre il territorio si è visto impreparato ad affrontare la notevole quantità d’acqua che è caduta in quelle zone.
Nell’estratto dell’intervista apparsa sul Giornale di Sicilia del 10/09/2015 il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi afferma che il dissesto idrogeologico è opera dell’uomo e della sua consapevole incapacità di gestire il territorio.
Il Presidente del C.N.G. afferma che i Nebrodi ed i Peloritani sono particolarmente esposti a questi fenomeni poiché si è in presenza di versanti acclivi che fanno aumentare la velocità di discesa delle acque quando ci sono precipitazioni particolarmente intense, ma questo deflusso così violento trova sostegno in un fondovalle impermeabilizzato e questo è frutto dell’opera dell’uomo perché per esempio, nella zona del messinese negli ultimi 50 anni si è assistito allo spopolamento di decine di Comuni montani. Di converso c’è stato un popolamento dei Comuni costieri. Tutto ciò ha delle conseguenze importanti perché i territori montani, da cui nasce il problema, vengono di fatto abbandonati a favore dei territori costieri e queste due circostanze messe insieme favoriscono il dissesto.
In Sicilia è a rischio idrogeologico più del 90% dei Comuni. Tra il 2000 e il 2015 sono stati registrati più di 80 eventi importanti con 58 vittime e danni per 3 miliardi e mezzo di euro. Per eventi importanti si intendono soprattutto alluvioni e frane.
Il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi conclude dicendo che la gente ha bisogno di essere coinvolta per aumentare il proprio senso di responsabilità; bisogna capire che ci sono cose che riguardano tutti anche se sono lontane dal nostro orizzonte degli eventi e per questo motivo il Consiglio Nazionale dei Geologi è molto impegnato sul fronte dell’informazione, infatti Domenica 6 Settembre è stata organizzata una giornata nelle principali piazze italiane volta ad illustrare i geo-rischi.