Avrei voluto scrivere, come al solito, qualcosa sulla geologia e sul dissesto idrogeologico ma ciò che leggo quotidianamente sui giornali mi impedisce di parlare di altro.
La corruzione dilaga a tutti i livelli ed in tutti gli strati sociali anche da parte di chi ha prestato giuramento in nome della Legge come Magistrato.
Ogni giorno sui giornali vengono pubblicati nuovi particolari delle intercettazioni effettuate a carico del magistrato Silvana Saguto e ne emerge un quadro umanamente desolante: corruzione e scambio di favori per “piazzare” la nuora e conoscenti o chi le poteva tornare utile, incarichi dati al marito (indagato), laurea “comprata” al figlio con la compiacenza dell’amico professore di economia e dei membri della commissione di laurea, a quanto pare pagati……festa organizzata a Villa Pajno (residenza privata del Prefetto di Palermo) per i 60 anni della Saguto, disprezzo verso i figli di un eroe dell’Antimafia e Magistrato come lei, Paolo Borsellino, ma distante anni luce da lei; insomma è emerso un quadro di gestione privata e per fini personali dei beni sequestrati alla mafia gestiti con atteggiamento mafioso da una persona che è indegna di ricoprire la carica di Magistrato e che però ancora non è stata sospesa ed anzi è solo stata assegnata ad un altro ufficio.
Se ci spostiamo in un altro fronte, leggiamo degli arresti avvenuti oggi di alcuni dirigenti ed impiegati dell’Anas e della Tecnis (che a Palermo sta realizzando i lavori dell’anello ferroviario e del collettore fognario) accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione; oppure notizia di oggi, l’arresto di 35 dipendenti e 196 indagati, il 72%, del Comune di Sanremo perché timbravano più badge senza andare a lavorare ed anzi uscivano per dedicarsi ad attività sportive, fare la spesa od altro ancora.
Quanto è bello potersi “guardare allo specchio” ed essere sereni e fieri perché si è fatto il proprio dovere e si sono seguiti i principi di moralità, qualsiasi professione si svolga e voglio citare proprio il Magistrato Paolo Borsellino: “La lotta alla mafia (primo problema da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.”