Il Consiglio Nazionale dei Geologi e la Comunità Scientifica Geologica italiana hanno scritto una lettera indirizzata a vari Ministeri, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ed ai Presidenti di Camera e Senato, nella quale vengono espresse forti preoccupazioni riguardo ad alcuni contenuti delle Norme Tecniche per le Costruzioni di prossima approvazione (si parla del prossimo mese di Novembre).
In tale lettera viene evidenziato che c’è una dicotomia tra quanto è contenuto in tali Norme e l’azione politica indirizzata, almeno nelle intenzioni aggiungo io, alla prevenzione del rischio. In pratica la geologia viene relegata in un ruolo marginale nell’ambito della progettazione e della costruzione delle opere civili; tutto ciò in palese contrasto con la tendenza nei Paesi esteri di una crescente presenza normativa di conoscenze geologiche nell’ambito progettuale.
Nella lettera si afferma inoltre che nei contenuti della relazione geologica previsti dalle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, sono stati stralciati il modello geologico, quello geologico-stratigrafico e quello sismostratigrafico del sito i quali sono imprescindibili nella definizione dei comportamenti degli ammassi geologici e degli effetti di sito (come è accaduto durante il recente terremoto che ha colpito il centro Italia).
Il Consiglio Nazionale dei Geologi e la Comunità Scientifica Geologica italiana inoltre affermano che la fase di esplorazione del sottosuolo, necessaria per ricostruire i modelli geologici, geotecnici e sismici, è stata completamente stravolta rispetto ai riferimenti normativi europei, gli Eurocodici. Tale fase di esplorazione, nelle nuove Norme, prevede due momenti distinti: uno geologico ed un altro geotecnico. Tutto ciò causerà un aumento dei costi e dei tempi di progettazione. L’esplorazione del sottosuolo deve invece essere contenuta in un unico piano delle indagini geognostiche e delle prove geotecniche come è previsto nei già citati Eurocodici e nel Codice degli Appalti.
Nella lettera vengono avanzate due proposte, una è quella di introdurre un capitolo specifico che riguardi gli aspetti geologici e geofisici nell’ambito della progettazione; la seconda è quella di prevedere un’unica fase di indagini geognostiche e di prove geotecniche.
Evidenzio che in questa lettera non si parla del fatto che nelle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni è previsto che le indagini vengano svolte esclusivamente presso i laboratori certificati escludendo in tale fase la maggior parte dei geologi liberi professionisti. Inoltre tale lettera è stata scritta con notevole ritardo poiché le prime bozze delle Norme Tecniche per le Costruzioni uscirono nel mese di Ottobre 2014 e già in tale fase, presso la comunità formata da noi geologi, si sviluppò un acceso dibattito ed un fondato allarme ed infatti il sottoscritto scrisse nel Novembre 2014 una mail certificata al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, nella quale venivano evidenziati i fondati allarmi descritti nell’odierna lettera redatta dal Consiglio Nazionale dei Geologi e dalla Comunità Scientifica Geologica italiana e la mia domanda è perché solo ora venga scritta questa lettera e perché non è stata scritta due anni fa quando i margini di manovra per cambiare le Norme erano possibili e che invece ora appaiono altamente improbabili a un solo mese dalla prevista uscita delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni e che per me suonano, come ho richiamato nel titolo di codesto articolo come un ultimo appello o peggio come un canto del cigno?
Fabrizio Citarrella